Palazzo Barbieri a Verona

Posto sul lato nord est della piazza c’è Palazzo Barbieri, un imponente edificio in stile neoclassico realizzato tra il 1836 ed il 1848, quando Verona faceva parte dell’Impero Austriaco.

Inizialmente concepito per ospitare i militari del Corpo della Guardia Civica, si inseriva nell’opera di riqualificazione della piazza, che in quegli anni venne liberata e ripulita, abbassandone il livello per mettere in evidenza le parti interrate dell’anfiteatro.

Ispirato alle forme degli antichi templi romani si presenta con una maestosità che lascia sconcertati, offrendo una visione globale di tutta la facciata.

 

APPROFONDIMENTO SUL “PALAZZO BARBIERI”:

Fu progettato dall’ingegner Giuseppe Barbieri, di cui oggi porta il nome.

La parte centrale è costituita da un pronao corinzio sporgente a cui si accede da un’ampia scalinata, sovrastato da un grande frontone triangolare in cui è inserito lo stemma della città.

Le due ali, che ricordano l’arte palladiana, sono decorate da grandi mezze colonne in stile corinzio che ne amplificano la monumentalità.

Esse scandiscono e suddividono le finestre rettangolari dei due piani; quelle al primo piano sono sovrastate da archetti incavati, e quelle al secondo da un mezzanino sottostante il tetto.

L’intera facciata è disegnata con linee che ricordano lo stile ricorrente nei palazzi sanmicheliani.

Sebbene l’interno del Palazzo sia oggi quasi totalmente occupato da anonimi uffici amministrativi, vi sono alcune sale in cui vengono conservate opere d’arte che varrebbero bene la visita.

La Sala di Rappresentanza è arredata con dipinti di autori ed epoche diverse, tra cui spiccano due interessanti vedute di Piazza Erbe, di Carlo Ferrari e Angelo Dall’Oca Bianca, oltre a due dipinti freschi e sinceri del milanese Eugenio Gignous.

La Sala degli Arazzi, che prende il suo nome dai preziosi manufatti che vi furono collocati nel secondo dopoguerra, è arredata con due enormi tele tardo-cinquecentesche.

La prima, sulla parete lunga opposta alle finestre, raffigura la Cena in casa di Levi e proviene dal refettorio del convento veneziano di San Giacomo alla Giudecca.

È un’opera uscita dalla bottega del Veronese, ed è attribuita dalla critica a Benedetto e Carletto Caliari, rispettivamente fratello minore e figlio del grande Paolo.

La seconda tela, presente sulla parete minore, è un’opera di Paolo Farinati che rappresenta la Vittoria dei veronesi sulle truppe Federico Barbarossa.

Essa fa parte di un ciclo pittorico voluto dal Consiglio Comunale per decorare, con dipinti celebranti gli episodi più gloriosi della storia cittadina, le sale della Loggia del Consiglio in piazza dei Signori.

Anche la Sala del Consiglio Comunale è dominata da un quadro facente parte dello stesso ciclo pittorico celebrativo; una enorme tela di Felice Brusasorci, realizzata alla fine del XVI secolo, che raffigura la Vittoria delle milizie Veronesi sui Benacensi.

Pregevole anche il piccolo affresco presente sulla parete situata a destra dell’ingresso; opera del Trecento di autore ignoto, raffigura il Cristo crocifisso tra la Madonna e san Giovanni Battista.